La regione Toscana dichiara guerra al diritto all’abitare: movimenti occupano la sede in via Parigi. Ore 13 conferenza stampa
I movimenti per il diritto all’abitare a Roma stanno occupando la sede della regione Toscana e della conferenza nazionale delle Regioni in solidarietà ai movimenti toscani che oggi si mobiliteranno a Firenze contro la legge Saccardi.
La nuova legge regionale toscana sulla casa, a firma dell’assessore Saccardi, si allinea con i dettami della legge nazionale voluta dal ministro Lupi e dal governo Renzi. Anzi se possibile fa di peggio.
Questo provvedimento sbarra la strada verso un alloggio popolare a migliaia di persone, decreta l’espulsione di molte famiglie che vivono in case popolari e accelera lo smantellamento dell’edilizia residenziale pubblica.
La scelta di rivedere criteri e norme di accesso alla casa popolare penalizza soprattutto chi si è organizzato collettivamente occupando stabili e chi lo ha fatto individualmente, risolvendo così la propria necessità di un tetto. Inoltre colpisce quel ceto medio impoverito che con il proprio reddito non è stato più in grado di sostenere un affitto e ora è sotto sfratto, oppure con il nuovo ISEE viene considerato troppo ricco per avere accesso a una casa Erp.
Poi gli sgomberi che la settimana scorsa a Firenze hanno letterarmente messo per la strada almeno 200 persone.
La risposta che il movimento di lotta per la casa fiorentino e più in generale i movimenti toscani stanno organizzando per oggi 10 marzo, con un corteo che intende contestare la legge Saccardi e le politiche repressive della settimana scorsa, vede la rete Abitare nella crisi solidale e i movimenti romani per il diritto all’abitare impegnati in un’iniziativa di sostegno concreto presso la sede della regione Toscana a Roma, in via Parigi.
No alla legge Saccardi. Cancelliamo la legge Lupi!
Casa, reddito dignità per tutt@!
Movimenti per il diritto all’abitare
Questa mattina intorno alle ore 7.30 la Digos di Roma ha prelevato 6 compagni della rete antisfratto Roma est e dei movimenti per il diritto all’abitare dalle loro abitazioni e li ha condotti nella sede della questura di via Genova. A 5 di loro è stato notificato l’obbligo di firma trisettimanale, mentre un altro compagno è stato denunciato a piede libero. Per tutti l’accusa è di concorso in resistenza aggravata e lesioni.
Il provvedimento fa riferimento alla resistenza messa in campo nella giornata del 18 Settembre 2014 per impedire lo sfratto di Farook e della sua famiglia a Centocelle, eseguito con la forza pubblica e con l’utilizzo di gas lacrimogeni sparati all’interno della palazzina per disperdere il picchetto.
Grazie a quella resistenza Farook e la sua famiglia uscirono dalla loro casa sostenuti dalla solidarietà di numerosi amici e compagni e attraversarono il quartiere fino al municipio in corteo, pretendendo una soluzione abitativa. Dopo una prima soluzione in un residence fuori Roma, grazie alla rete di mutuo appoggio decisa a sostenere Farook e la sua famiglia, fu possibile pretendere lo spostamento della famiglia ed impedire così la sua deportazione, lo sradicamento dal proprio tessuto sociale e la distruzione dei legami affettivi che la tengono unita.
La resistenza di quella giornata diventa oggi oggetto di intimidazione, e l’operazione messa in atto contro i solidali si configura decisamente come azione preventiva rispetto alle iniziative dei prossimi giorni. Abbiamo già potuto constatare il notevole cambio di passo nella gestione dell’ordine pubblico durante gli accessi dispiegati nei primi giorni di marzo. Chiaramente gli spazi di mediazione sono chiusi, l’amministrazione comunale e le istituzioni non hanno nulla da offrire, e solo la questura di Roma e la magistratura hanno voce in capitolo sugli sfratti e sul governo dei territori. Misure cautelari, denunce, sfratti eseguiti con la forza pubblica, attaccano direttamente un livello di resistenza che si mette in campo da Roma a Palermo, dove oggi è stata eseguita la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di 17 compagni, relativamente alle azioni di lotta portate avanti negli ultimi 5 anni nella città.
Mentre la situazione relativa agli sfratti a Roma è sempre più drammatica e allarmante, la solidarietà e i picchetti, a fianco di chi decide di resistere e lottare, saranno sempre più numerosi, partecipati e decisi.
Domani, mercoledì 11 marzo, in via del Grano 15, zona Alessandrino, è previsto uno sfratto nei confronti di una famiglia. Le reti solidali e di mutuo appoggio del territorio, e non solo, metteranno in campo una decisa partecipazione.
Perché isolati è impossibile resistere agli sfratti e insieme è possibile reagire e organizzarsi.
Rete Antisfratto Roma Est- Movimenti per il diritto all’abitare