Ieri si è svolta la contestazione alla fiera Maker Faire ospitata da La Sapienza. Gli studenti e le studentesse dell’Ateneo hanno costruito, già nelle scorse settimane, una campagna #MakerFaireXChi contro l’uso dell’Ateneo a scopi privati e sulla modalità dello svolgimento della fiera. Infatti, l’Ateneo è stato chiuso a tutti coloro che vivono quotidianamente l’università: studenti, professori, ricercatori e lavoratori costretti alle ferie forzate. L’accesso alla fiera è consentito solo pagando il biglietto d’entrata trasformando così un luogo pubblico in un affare privato.
Ogni anno le tasse sono sempre più alte anche grazie al cambiamento dei parametri isee inseriti dal governo Renzi. Ma oltre il danno la beffa! Un inizio di anno accademico paradossale. L’Ateneo blindato agli stessi studenti che dovrebbero viverlo.
A piazzale Aldo Moro, ieri mattina, si sono presentati centinaia di studenti che volevano entrate gratuitamente all’evento ma, già dalla mattina, la città universitaria era stata blindata da decine di reparti celere con mezzi e blindati. Al primo accenno degli studenti di voler entrate nella loro università sono stati caricati addirittura usando gli idranti. Ci sono stati anche 5 fermi e alcuni feriti.
In questo momento, dopo una notte passata al carcere di Regina Coeli, i cinque studenti sono agli arresti domiciliari. Lunedì o martedì della prossima settimana si terrà l’udienza per la convalida dell’arresto.
Oggi intanto, gli studenti e le studentesse de La Sapienza, sono tornati a piazzale Aldo Moro per continuare la campagna #MakerFaireXChi?. Il prossimo appuntamento sarà lunedì a mezzogiorno al pratone della città universitaria.
Di seguito il comunicato della campagna dopo le cariche e gli arresti.
Comunicato della campagna Maker Faire per chi? Sulla giornata di mobilitazione, durante l’apertura della fiera.
Oggi, come annunciato, dopo settimane di preparazione, incontri pubblici con i docenti, dibattiti e assemblee nelle facoltà e negli spazi dell’università, come studenti e studentesse de La Sapienza ci siamo presentati a piazzale Aldo Moro per entrare liberamente nella nostra Università e per denunciarne la svendita ai privati.
Rivendicando il libero accesso e comunicando con i visitatori ci siamo messi in fila, davanti alla biglietterie di una Sapienza affittata come se fosse la fiera di Roma, recintata e circondata da un forte dispiegamento delle forze dell’ordine.
A questo punto abbiamo ottenuto un’interlocuzione con gli organizzatori della Maker Faire, che ci hanno negato l’ingresso libero, abbiamo dunque preteso un incontro con la governance universitaria, fino a questo momento rivelatasi sorda e incapace di dare risposte concrete alle nostre rivendicazioni. Anche oggi abbiamo trovato un muro.
La Sapienza invece di presentarsi e confrontarsi con gli studenti e le studentesse ha delegato la gestione della situazione alle forze dell’ordine: una carica scomposta su tre fronti, accompagnata da getti di idranti ha tentato di disperdere il nostro presidio, provocando il violento fermo di cinque ragazz@.
Questa è l’ennesima prova che, nella città di Roma, ogni voce critica e di dissenso viene concepita solo come se fosse un problema di ordine pubblico, gestito pertanto da attori come la questura e la prefettura.
Tuttavia il presidio è stato mantenuto: abbiamo convocato una conferenza stampa, ribadendo i contenuti della campagna, denunciando i gravissimi fatti avvenuti.
La campagna non si ferma qui. Nei prossimi giorni della fiera saremo all’università per continuare a comunicare i contenuti della campagna e i fatti di oggi. Nonostante i tentativi di repressione e il silenzio ostentato e vergognoso della Sapienza, torneremo a esporre le nostre rivendicazioni: rilanciamo un appuntamento pubblico lunedì 19 ottobre alle ore 12 al pratone.
Riappropriamoci dell’università. L’università è di chi la vive, non di chi ci specula su.
Gaudio vattene!
Maker faire…mai più!