Che l’ennesimo supermercato su via Acqua Bullicante fosse dannoso alla salute a causa dell’aumento di traffico e inquinamento, dell’abbattimento del verde e dell’impermeabilizzazione del suolo da cemento, e che per costruirlo Lidl abbia fatto carte false, il Comitato No Cemento a Roma Est lo sapeva e lo denunciava da maggio 2015. Che fosse tanto inutile da rimanere aperto una settimana (visti i sigilli apposti questa mattina dalla procura) è la riprova di quanto in questa città, scelte di profondo impatto (ambientale, urbanistico, sulla salute di tutti) vengano favorite dall’incapacità o dalla dichiarata volontà di favorire le speculazioni delle amministrazioni e dettate dagli isterismi di multinazionali e speculatori di ogni genere. Un supermercato che si aggiungeva ai numerosi già presenti nella zona giustificando la sua utilità con la retorica dello sviluppo che porta pulizia, progresso e posti di lavoro. Una retorica che nasconde un’idea ben precisa di come vanno vissuti i territori, dove gli studenti delle scuole sperimentano “l’alternanza scuola-lavoro” introdotta dall’ultima riforma della scuola targata PD facendo stage alla Lidl di zona.
Se la battaglia contro il Lidl di via Acqua Bullicante non si è arrestata nemmeno davanti all’apertura in pompa magna di quel cubo di cemento a fine mese scorso, è perchè si era consapevoli non solo delle numerose normative violate dal progetto che oggi portano al sequestro dello stabile, ma che soltanto la costante attenzione attraverso i picchetti, le iniziative, le irruzioni negli uffici, poteva costringere a un passaggio del genere, che temiamo sarà un passaggio solamente temporaneo. Ossia obbligare tutti i soggetti coinvolti ad esporsi pubblicamente invece che decidere sulla pelle di chi vive i territori, dalle scrivanie dei loro uffici inespugnabili. Oggi il sequestro si basa su una questione che veniva sollevata quando Lidl tagliava i primi alberi a giugno dell’anno scorso, per cui venivano chiesti innumerevoli incontri alle amministrazioni e si organizzavano molte manifestazioni: se prima le istituzioni hanno mostrato la loro faccia più bonaria dicendo di “interessarsi alla questione” dopo poco si è conosciuto il volto dell’arroganza e della totale sottomissione ai poteri forti di questa città. Polizia ai picchetti, denunce e intimidazioni perchè gli abitanti volevano impedire quello scempio che oggi viene posto sotto sequestro. Ma per noi che non ci accontentiamo degli sterili sigilli della Procura, la battaglia contro l’inutile e dannoso Lidl è stata da esempio e l’inizio di una lotta ancora più grande, quella contro la cementificazione di tutta l’area ad Duas Lauros e contro i tentativi di speculazione sull’intera roma est. Una zona per cui palazzinari e speculatori si leccano i baffi visti i forti flussi di merci e persone che stanno avvenendo sull’asse della nuova metro c, e che potranno avvalersi della compiacenza di istituzioni pronte alla campagna elettorale. L’arroganza di questi interessi , come la violenza con cui vengono eseguiti gli sfratti e gli sgomberi e aggrediti i territori rappresentano comunque un’occasione per chi crede che la misura è colma, e che nell’insofferenza sempre più diffusa a questa arroganza si nasconda la possibilità di inceppare i meccanismi di governo di questa città riprendendo spazio. Ci vediamo nelle prossime settimane per le strade di Roma Est…
Di seguito riportiamo il comunicato del Comitato No Cemento a Roma Est:
SIGILLI AL LIDL: LA LOTTA PAGA! MA ORA PIÙ DI PRIMA DOBBIAMO PRETENDERE LO STOP ALLA CEMENTIFICAZIONE IN TUTTA L’AREA VINCOLATA, L’IMMEDIATA APERTURA DEL PARCO PUBBLICO, IL RIPRISTINO DELLE ALBERATURE ABBATTUTE.
E’ notizia di questa mattina che i vigili hanno apposto i sigilli al supermercato Lidl aperto da pochi giorni. Sembra che il provvedimento nasca dalla mancata ottemperanza alle regole del Piano Casa della regione in merito al cambio di destinazione d’uso dell’area. E’ solo una delle numerosissime violazioni alla legislazione corrente che il Comitato No Cemento a Roma EST ha denunciato da maggio 2015. Un’opera che ha devastato una porzione di territorio di importanza strategica, messa sotto vincolo paesaggistico dal 1995 e poi abbandonata al suo destino dalle istituzioni, che non hanno proceduto alla realizzazione del piano particolareggiato per la sua tutela.
E’ inaccettabile che un privato possa costruire un’opera di simili dimensioni senza alcun rispetto per la tutela della salute degli abitanti e le regole urbanistiche ed altrettanto inaccettabile che cittadini e realtà territoriali siano stati ripetutamente e sistematicamente ignorati e dileggiati dalle istituzioni competenti, e lasciati soli a fronteggiare arroganza e provocazioni degli speculatori nei presidi che quotidianamente hanno organizzato per tutelare il verde e la salute nel quartiere.
I sigilli al supermercato da parte della polizia giudiziaria rappresentano solo un primo e parziale intervento. Occorre rilanciare la battaglia per fermare la cementificazione in tutta l’area vincolata e fermare le palazzine, gli altri supermercati, i parcheggi, le strade che sono in via di progettazione e di costruzione. Occorre che le porzioni pubbliche dell’area vincolata divengano immediatamente parco pubblico e che le aree private vengano definitivamente destinate a verde espropriandole.
Per quanto riguarda questo supermercato, il privato che lo ha costruito dovrà ripristinare immediatamente il verde, cavità e reperti, coperti dal cemento, e le alberature abbattute, garantendo al conteno la tutela dei lavoratori.
Sappiamo che solo con la partecipazione e la mobilitazione si può invertire la tendenza della speculazione.
Un grazie a tutte e tutti che con passione, determinazione e coraggio hanno lottato contro il supermercato, svegliandosi per mesi alle 5 di mattina e costruendo presidi, denunce e manifestazioni.
VENERDI’ 11 MARZO ORE 18 ASSEMBLEA PUBBLICA IN VIA DELL’ACQUA BULLICANTE 248
Con Berta Caceres nel cuore.
LA VOLONTÀ DEGLI ABITANTI PUO’ FERMARE CEMENTO E INQUINAMENTO
NON LAMENTARTI – NON DELEGARE – PARTECIPA ALLE SCELTE DEL TUO TERRITORIO