Ancora una volta si usa il corpo delle donne come spazio di contesa. Ieri, Bertolaso consigliava alla Meloni di fare la “mamma” rimettendola al suo posto di donna. Oggi la stessa Meloni, dopo le frasi infelici di Bertolaso, ha deciso di candidarsi a Sindaco di Roma. Durante l’annuncio gli unici argomenti che è riuscita a citare riguardano la sua gravidenza, paragonandosi addirittura al simbolo di Roma: la lupa che alletta i due gemelli. Una dichiarazione che lascia di stucco, perché è questo l’effetto che questo annuncio e questa candidatura vuole fare: “Quanto è brava la Meloni, che donna(!), sacrifica la sua gravidanza al servizio dei cittadini!”. Un modo come un altro per spostare l’attenzione dalle mille problematiche che ha questa città, un modo come un altro per non dire una parola su cosa intende fare la Meloni di Roma! Ma non solo, siamo sicure che sia un modo come un altro? E’ un modo che fa vomitare molto più di altri! Un modo poco dignitoso di usare se stessa e la propria gravidanza strumentalmente per vincere le elezioni. Ma può bastare tutto questo per farci dimenticare cosa ha combianto il suo partito a Roma? Basta questo per dimenticare chi era il suo amico, Alemanno? Basta questo per dimenticare Mafia Capitale? La campagna elettorale verso le amministrative di Roma è così debole, povera di contenuti, distaccata anni di luce dal mondo di sotto che nessuno è in grado di fare una proposta decente e soprattutto di coinvolgere i propri cittadini. Oggi, con la Meloni, si mette in mostra una gravidanza per attrarre qualche voto. Quale voto? Il voto delle donne? Quanto conta in questo paese il nostro voto? Abbiamo gli stipendi più bassi del paese, continuiamo a subire il doppio sfruttamento tra casa e lavoro, continuiamo a non essere libere di scegliere se vogliamo o meno avere una gravidanza, si moltiplicano le violenze e gli omicidi, sono finiti i servizi minimi: sanità pubblica, prevenzione, asili pubblici. Cosa ce ne facciamo della Boschi, della Madia, della Cirinnà, della Lorenzin al Parlamento? Cosa ce ne facciamo della Meloni sindaco? Nessuna di queste ha lo scopo di migliorare il nostro doppio sfruttamento come donne e come parte di una classe esclusa da una democrazia fasulla. Perché dovremmo essere rappresentate da una tizia che usa il proprio corpo come merce di scambio per vincere delle elezioni in cambio di voti? Noi, donne, cosa ce ne facciamo di questa classe dirigente? E soprattutto cosa ce ne facciamo di questa democrazia?
