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Il diritto alla casa: la vera priorità! 17 aprile corteo da Porta Pia alla Prefettura

portapia2Il neo prefetto Franco Gabrielli afferma: “chi come me abita a Roma da 17 anni conosce le priorità, da cittadino”. Vedremo. Intanto si sbilancia su cortei, immigrazione, sicurezza e Giubileo, mentre si riserva di leggere le carte su “mafia capitale”, aspettando di incontrare il procuratore Pignatone e il prefetto Magno. Auspica condivisione e dialogo, dicendo che non servono proclami, “i problemi si risolvono, poi si comunicano”, dice.

Queste le parole pubbliche, chissà quali saranno state quelle riservate, soprattutto nell’incontro con il sindaco Marino. Cosa si sarà fatto raccontare da un primo cittadino così affabulatore e inconsistente?

In realtà Gabrielli Roma la conosce bene. Le sue tensioni sociali le ha gestite direttamente per diversi anni e sa anche che le cose sono peggiorate. Non solo per colpa della crisi. Ci sono responsabilità enormi della classe governante e di chi ha gestito le questioni sociali come problemi di ordine pubblico. La distanza tra la città reale e chi la dovrebbe risolvere i problemi delle persone è devastante e difficilmente risolvibile. Dalle periferie al centro l’assenza delle politiche sociali è assoluta. Carminati e Buzzi, con i loro sodali dentro l’amministrazione, hanno prosperato dentro questa assenza.

L’emergenza abitativa invece di diventare tema da risolvere è divenuta fonte di ricatti e profitti, così come l’accoglienza dei migranti e dei rifugiati. Questa per noi e per migliaia di abitanti di questa città è la priorità da affrontare con risposte e soluzioni vere. Decine di palazzi occupati per necessità, migliaia di sfratti per morosità incolpevole e per finita locazione, alloggi popolari messi in vendita e centinaia di lettere che minacciano lo sgombero dei cosiddetti inquilini senza titolo, dismissioni capestro per gli abitanti delle case degli enti ex previdenziali, delle casse pensionistiche, degli istituti di credito e assicurativi, migliaia di famiglie costrette da anni a vivere nei “residence” ed ora a rischio di finire di nuovo in mezzo ad una strada.

Parliamo di numeri consistenti, di vite abbandonate al loro destino dall’ignavia politica di amministratori corrotti e inadempienti.

Di questo vogliamo parlare al Prefetto Gabrielli, con urgenza.

Per questo venerdì 17 Aprile saremo in piazza e con un corteo che partirà dal Ministero delle Infrastrutture a Porta Pia per raggiungere la sede della prefettura in piazza Ss. Apostoli. Per questo chiamiamo a raccolta le resistenze e alle lotte che nei quartieri si oppongono agli sfratti, agli sgomberi e ai pignoramenti, allo sgombero forzoso dei residence; quella città solidale che si batte per un abitare degno, per un altra città accogliente, multiculturale, libera. Chiediamo alla Roma meticcia delle lotte sociali di muoversi insieme,  fuori dal coro della gestione interessata e corrotta delle emergenze,  per reclamare nuovi diritti di cittadinanza, per rovesciare la vergogna della legge Lupi sulla casa e fermare lo sperpero delle risorse pubbliche nel sistema delle grandi opere e dei grandi eventi.

 

Ora più che mai, fermiamo sfratti e sgomberi.

Una sola grande opera CASA e REDDITO per TUTTE  e TUTTI!

VENERDI’ 17 APRILE Ore 16,30

CORTEO CITTADINO

da PORTA PIA a Piazza Ss Apostoli

Movimenti per il Diritto all’Abitare

Roma, movimenti per il diritto all’abitare occupano sede della Regione Lazio

B9fEtaXIgAISURxProsegue dalla tarda mattinata di oggi l’occupazione da parte dei movimenti per il diritto all’abitare della sede della Regione Lazio, per chiedere l’applicazione immediata della Delibera sull’emergenza abitativa. Gli occupanti hanno strappato per le 17 un incontro con la segreteria politica e tecnica del presidente della Regione Zingaretti.

Di seguito il comunicato dei Movimenti per il diritto all’abitare:

Con deliberazione del 14/01/2014, la giunta presieduta da Zingaretti ha approvato il Piano straordinario per l’emergenza abitativa nel Lazio, con l’obiettivo di intervenire con prime soluzioni concrete per porre fine alla precarietà alloggiativa che solo a Roma riguarda oltre 50mila nuclei.

Una soluzione definitiva da trovare dentro la città costruita, attraverso l’utilizzo del patrimonio pubblico e del privato inutilizzato, e che va culturalmente in direzione contraria ai meccanismi di privatizzazione sostenuti con forza dal Piano casa di Lupi e Renzi, contrapponendo all’idea di città merce e vetrina quella di una città solidale, dove la valorizzazione avviene in termini sociali e non speculativi. Che non nasconde ipocritamente la condizione delle occupazioni per necessità riguardanti migliaia di famiglie e single nella capitale.

Il Piano straordinario, strappato con un ciclio di lotte che non si è ancora concluso, rischia però di rimanere lettera morta, se non peggio di essere utilizzato per perpetrare quei meccanismi di gestione dell’emergenza alla base del sistema “Mafia Capitale”.

Per questo motivo non ci siamo seduti al tavolo convocato dall’assessore alla Casa del Comune, dopo 15 giorni di occupazione dell’anagrafe contro l’art 5, e ancora una volta abbiamo scelto la strada del conflitto per rivendicare pubblicamente le nostre ragioni.

Dopo aver prodotto un Piano al quale in tanti in tutta Italia guardano con interesse per la capacità di intervento del pubblico e per la possibilità di affrontare in maniera socialmente ed economicamente sostenibile il tema dell’emergenza abitativa lanciando un sasso nello stagno dell’immobilismo, la Regione Lazio ha ritirato la mano scegliendo di consegnare un percorso virtuoso a una gestione poco chiara e trasparente.

Oggi vogliamo fare chiarezza e vogliamo ripristinare un meccanismo di gestione del Piano straordinario che passi per un impegno politico serio del governatore della regione Zingaretti e del suo assessore alle Infrastrutture, alle politiche abitative e all’ambiente Refrigeri.

La Regione Lazio non può scaricare le proprie responsabilità su un’amministrazione comunale che prosegue nella vendita del proprio patrimonio, come sta accadendo con la delibera che proprio oggi dovrebbe andare in Consiglio e che prevede la dismissione di stabili di proprietà comunale di pregio. Addirittura si propone di offrirli alle ditte disponibili a risanare il manto stradale e le buche romane. Ancora una volta, che sia buco di bilancio o buche sulle strade, si sceglie di disfarsi del patrimonio pubblico invece che destinarlo alle necessità sociali della città. Non sorprende che in prima fila insieme al sindaco Marino ci sia il chiacchierato assessore ai lavori pubblici Pucci, una volpe chiamata a gestire un pollaio.

Ora, nonostante tutti a parole affermino di voler cambiare pagina, nessuno sembra veramente volerlo fare, ne il Sindaco Marino ne tantomeno il Presidente della Regione Zingaretti.

Infatti la delibera regionale sull’emergenza abitativa, strumento che potrebbe iniziare a mettere in campo risposte vere, rimane nel cassetto con una discussione dispersa in mille tavoli ed in mille rivoli che ne impediscono l’attuazione.

Per questo come movimenti per il diritto all’abitare stiamo occupando la sede della Giunta Regionale in via Rosa Raimondi Garibaldi:

· Per rivendicare l’immediata attuazione della delibera regionale sull’emergenza attraverso un programma preciso che metta in campo in tempi rapidi gli alloggi pubblici e popolari di cui la città ha fame, rigenerando e recuperando il patrimonio pubblico senza continuare a distruggere il territorio;

· Contro le scellerate operazioni di vendita del patrimonio pubblico previste dal Campidoglio insieme a nuove privatizzazioni e pesanti tagli alla spesa sociale;

· Per ribaltare la Legge Lupi che prevede la vendita degli alloggi popolari, il sostegno ai privati con soldi pubblici, il tutto mentre si dichiara guerra, togliendo l’accesso all’energia elettrica, all’acqua, alla residenza e quindi al medico, alla scuola al rinnovo del permesso di soggiorno, a chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese ed occupa per difendere la propria dignità;

· Per ottenere il blocco generalizzato degli sfratti e conquistare un piano straordinario di Edilizia Residenziale Pubblica che risponda ai bisogni di tanti precari e precarie in tutto il paese.

 

Una sola grande opera: casa, reddito, dignità per tutt@!

Movimenti per il diritto all’abitare

Dopo 14 giorni di occupazione, sgomberata l’anagrafe #noart5 #31G


anagh 13 conferenza stampa in via Petroselli

All’alba del 14° giorno di occupazione dell’anagrafe centrale di via Petroselli da parte dei movimenti per il diritto all’abitare, un ingente spiegamento di forze dell’ordine ha sgomberato con decisione le famiglie presenti.

Dopo giorni di trattative e resistenza si è optato per la rimozione forzata del presidio.

Questa scelta rappresenta la risposta più chiara alle richieste avanzate dai movimenti: nessuna disponibilità a mettere in discussione una legge odiosa che sostiene la speculazione e cancella il diritto alla casa in questo paese. Anche i tentativi di mediazione del neo assessore Danese risultano inutili di fronte a tanta protervia. Il decisionismo renziano viene adottato e sostenuto dall’amministrazione e dalla prefettura romana. Al confronto si preferiscono le divise e i manganelli.

Mentre tutti plaudono alla vittoria in Grecia di Alexis Tsipras, in Italia chi si batte contro le leggi che impongono austerity e precarietà viene aggredito piuttosto che essere ascoltato. Che questo avvenga a Roma dopo le vicende di “mafia capitale” è ancora più riprovevole. Si preferisce continuare a sguazzare nell’emergenza piuttosto che affrontare le questioni sollevate dai movimenti e mettere mano a interventi strutturali e definitivi.

La decisione di rivedere l’articolo 3 del Piano casa di Lupi sulla vendita degli alloggi popolari, con un tiepido riconoscimento dei diritti degli assegnatari regolari, rappresenta un importante risultato delle mobilitazioni diffuse ma è soltanto un piccolo tassello delle questioni sul tappeto, a cominciare dal grande numero di sfratti previsti per febbraio, compresi quelli che riguardano le finite locazioni e le cosiddette categorie protette.

foto (9)La mobilitazione indetta per il 31 gennaio, dislocata sul territorio nazionale, assume un significato superiore dopo lo sgombero degli uffici dell’Anagrafe centrale in via Petroselli.

A Roma l’emergenza abitativa e la precarietà diffusa si sommano con il degrado e con la rabbia montante nelle periferie abbandonate da tempo al loro destino.

Questa situazione non è sostenibile con le risorse e le scelte messe in campo dal sindaco Marino, anzi si presta ancora una volta alla gestione senza progetto che ha dato spazio ai Carminati e agli Odevaine di turno.

Il 31 gennaio la città di sotto che è stufa di questa governance inadempiente verso i più deboli e sempre disponibile con chi fa affari farà sentire la sua voce forte e chiara.

Le dimissioni di questa giunta sono ormai inappellabili, il mondo di sopra va tolto di mezzo!

Ci vediamo il #31G!

Movimenti per il diritto all’abitare