Questo pomeriggio i movimenti per il diritto all’abitare romani, dopo le iniziative diffuse nei municipi di giovedì scorso contro l’articolo 5, hanno occupato in migliaia la piazza del Campidoglio per rispondere in maniera forte all’attacco che il PD, il commissario Tronca e i prefetti che gestiscono la capitale sta portando avanti contro chi lotta per la casa, contro gli sfratti, contro la vendita delle case popolari. Solidali con le famiglie sgomberate ieri a Modena e con i compagn* condannati oggi per la manifestazione del 15 Ottobre 2011, i movimenti hanno portato in piazza la rabbia di chi non ne può più delle false promesse del governo Renzi, della speculazione sulla pelle dei migranti delle destre razziste e delle sinistre assistenzialiste, del teatrino della campagna elettorale capitolina che discute di tutto tranne che dei veri problemi sociali di questa città. Continua a leggere Movimenti per la casa in Campidoglio, le risposte del PD sono cariche e idranti
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La dignità di chi lotta contro la legalità di chi governa #stopsgomberi
Dopo la giornata di mobilitazione di ieri, con l’occupazione del palazzo di vetro di Caltagirone su via Cristoforo Colombo, l’iniziativa -ancora in corso- negli uffici dell’ex Ipab San Michele e la denuncia dello stato di abbandono in cui versa il Bidet, altra proprietà di Caltagirone rimasta incompiuta sempre nei pressi della regione Lazio, intorno alle ore 11 di questa mattina con un grande dispiegamento di forze dell’ordine è iniziata l’operazione di sgombero del palazzo dell’Acqua Marcia. Un luogo simbolo della speculazione e della gestione privata e affaristica del territorio, a tutto vantaggio dei soliti costruttori in cambio delle solite opere pubbliche mai realizzate.
Gli occupanti hanno resistito dall’interno dello stabile per due ore, bloccando con i propri corpi la celere sulle scale dell’edificio. Durante l’operazione di polizia sono state portate via almeno 10 persone al centro di identificazione di Tor Cervara, di cui siamo ancora in attesa di notizie.
Mentre cresceva la partecipazione alla tendopoli dando vita ad un presidio solidale, la polizia ha continuato ad assumere un comportamento fortemente provocatorio e, poco dopo aver terminato il recupero del materiale rimasto nell’edificio, con caschi, scudi e manganelli la celere ha spinto via il presidio sgomberando anche la tendopoli.
Senza paura abbiamo risposto con un corteo fino alla Regione Lazio, convocando una conferenza stampa per denunciare che nella città di Roma le questione sociali continuano ad essere gestite unicamente in termini di ordine pubblico, come dimostrano i continui sfratti e sgomberi che si susseguono quotidianamente senza soluzione.
Dopo il tavolo con la Regione di ieri, che continua a rinviare l’applicazione del Piano straordinario per l’emergenza abitativa, evidenziando di nuovo come non ci sia una risposta della politica alla difficoltà diffusa di pagare un affitto e alla povertà crescente, i due sgomberi di oggi ci portano con ancora più convinzione a riprendere la lotta.
Domani saremo in piazza nel corteo di Torrevecchia contro lo sgombero delle case popolari, il Piano Casa e la guerra ai e tra i poveri.
Il 10 Giugno, data in cui si terrà il tavolo con Regione e Comune sulla delibera regionale, torneremo sotto la Regione Lazio con un’assemblea cittadina sull’emergenza abitativa e contro il Piano casa per rilanciare la mobilitazione contro la rendita e la precarietà.
Gli sgomberati di oggi troveranno presto una nuova casa!
#RomaSiBarrica
Giornata di occupazioni a Roma. Basta chiacchiere, tirate fuori le case!
I movimenti per il diritto all’abitare di Roma tornano oggi a far sentire la propria voce con un’imponente giornata di mobilitazione.
In questo momento in corso numerose iniziative, azioni e riappropriazioni di stabili abbandonati:
– occupato il “palazzone a vetri in via Cristoforo Colombo” con decine di persone sul tetto
– occupata l’area antistante alla presidenza della Regione Lazio sempre in via Cristoforo Colombo con decine di tende ed arrampicandosi sulle impalcature montate
– segnalata la vergogna del degrado e della speculazione del cosiddetto “Bidet” in via Giustiniano Imperatore
– occupati gli uffici dell’ex IPAB Istituto Romano San Michele in piazzale Tosti sempre in VIII Municipio
Inoltre sotto la Regione Lazio è stato effettuato un volantinaggio e sono stati appesi degli striscioni per segnalare le responsabilità politiche dell’amministrazione regionale nella non attuazione della delibera sulla casa.
Ecco, di seguito, il volantino/comunicato che viene distribuito e che si porta all’attenzione della stampa:
BASTA CHIACCHIERE. I SOLDI CI SONO, ORA TIRATE FUORI LE CASE!
Che la gestione delle emergenze sia più remunerativa per chi vuole sfruttare il disagio sociale di chi non ha un alloggio o non se lo può permettere con i gli affitti e i mutui che ci sono in giro, ce lo ha fatto vedere bene l’inchiesta “mafia capitale”. Da tempo i movimenti per il diritto all’abitare stanno lottando contro il malaffare, la compravendita di alloggi e voti, gli sfratti, i pignoramenti e gli sgomberi. Soprattutto contro la rendita e i grandi costruttori che hanno realizzato migliaia di alloggi rimasti vuoti e invenduti, che hanno edificato mostri come il palazzo a vetri di via Cristoforo Colombo/angolo via di Tormarancia parzialmente occupato da Confcommercio e circondato da strutture in rovina mai utilizzate. Per non parlare del manufatto in completo degrado in via Giustiniano Imperatore, come delle spropositate cubature che si vuole far piovere sull’area della ex Fiera di Roma per realizzare commerciale ed alloggi privati.
Potremmo fare un lungo elenco di edifici in questo stato. Veri e propri relitti urbani abbandonati spesso al degrado e alla devastazione. Per non parlare dell’enorme invenduto, degli scheletri pubblici e privati che riempiono la città. Eppure si continua con la gestione dell’emergenza. Con i centri abitativi temporanei, con i residence (si chiudono vecchi rapporti e se ne aprono di nuovi), con i centri di accoglienza/lager. Senza nessun progetto strutturato si va avanti con sgomberi di occupazioni antiche di oltre dieci anni e di alloggi popolari, in nome di una legalità spicciola si calpestano diritti primari come quello ad un tetto, alla residenza, all’acqua e all’energia.
Da un anno e mezzo è stata approvata dalla giunta una delibera regionale sull’emergenza abitativa, strappata con le lotte dei movimenti, che ha disponibilità economiche per duecento milioni e che ha definito chiaramente i soggetti destinatari dell’intervento, nonché le strutture soprattutto pubbliche da utilizzare per realizzare oltre 1200 alloggi popolari di edilizia sovvenzionata. Recuperando edifici e senza consumare nuovo suolo.
Il paradosso è che questa delibera c’è ma non si muove! Come non si muove il progetto di recupero dell’ex IPAB San Michele a Tormarancia anch’esso finanziato e tutt’ora chiuso in un cassetto! Nel frattempo si vende all’asta patrimonio comunale di pregio e i palazzi della cultura di Eur Spa. Per finanziare il diritto alla casa? No di certo. I soldi ricavati dalla vendita di questi edifici andranno al completamento della Nuvola di Fuksas e per la gestione del Giubileo. E mentre i beni comuni se ne vanno così, c’è chi fa il mago incantatore parlando di nuove politiche urbanistiche, di processi partecipativi, di attenzione alle esigenze quotidiane dei cittadini con il progetto “Roma prossima”. Solo che ci devono spiegare cosa c’entra la quotidianità degli abitanti con la realizzazione di tre grattacieli di 200 metri, di centri commerciali e uffici intorno al nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. Questa ennesima speculazione nasce mentre decine di migliaia di persone stanno chiedendo altro. Una casa per tutti per esempio!
Non c’è più un minuto da perdere. Le risorse vanno destinate ad una seria programmazione di interventi tesi a risolvere definitivamente l’emergenza abitativa e la delibera regionale deve essere il primo passo immediato. Chiediamo al Prefetto di Roma, al governatore della Regione Lazio e al sindaco di assumersi questa responsabilità. Da oggi la nostra mobilitazione sarà permanente e non farà un passo indietro. Roma ha bisogno di risposte concrete e di uscire dalle logiche emergenziali, costose e a rischio corruzione, come di farla finita con una politica urbana gestita dagli interessi dei signori del mattone. Caltagirone, Parnasi, Salini, Caporlingua, Scarpellini, Mezzaroma, tanti per citarne alcuni hanno già guadagnato abbastanza, requisiamo il loro invenduto e destiniamolo alla città che soffre per la mancanza di un alloggio.
- Fermiamo gli sfratti, i pignoramenti e gli sgomberi
- Cancelliamo il piano casa del governo Renzi
- Applichiamo la delibera regionale sull’emergenza abitativa
- Chiediamo un tavolo interistituzionale regione/comune/prefettura
Roma si Barrica