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I movimenti occupano la Piramide verso il corteo di domani #21G

Bqj7GFMIgAAI4KyIl 21 giugno è stato indetto un corteo cittadino che partirà dalla Piramide, dai movimenti sociali di questa città.

La questura ha vietato lo svolgimento del corteo.
Questa è la ciliegina sulla torta.
Viene dopo che con l’articolo 5 del decreto Lupi si negano i diritti fondamentali a chi si trova in occupazione o senza titolo in un appartamento. Viene dopo i plateali arresti di Luca e di Paolo, ancora costretti ai domiciliari, dopo le centinaia di famiglie sgomberate a suon di manganelli dalla Montagnola e da Torre Spaccata. Alcune di queste famiglie sono da settimane accampate nella basilica si S. Maria Maggiore senza che si trovino per loro soluzioni.

Dopo i proclami di guerra lanciati dalla procura attraverso quotidiani amici.

E tutto questo avviene mentre esiste una delibera regionale che, sulla carta, prevede soluzione per le famiglie in emergenza abitativa attraverso il recupero di immobili sfitti.

Tale delibera attende solo di essere attuata attraverso i necessari passaggi da parte di Comune e Regione, dopo che pochi giorni fa è stata approvata la memoria di giunta comunale che elenca le situazioni di emergenza nella città.

Oggi abbiamo occupato la Piramide Cestia:
Esigere la liberazione immediata di Luca e Paolo e degli altri compagni incarcerati solo per aver partecipato alle lotte sociali.

Chiedere la fine dei divieti di manifestare.

Denunciare che è inaccettabile che l’emergenza abitativa venga affrontata solo in termini repressivi, con sgomberi e arresti, perdipiù quando esistono delle soluzioni, sia pur parziali, a portata di mano.

Ribadire la necessità che sia convocato al più presto un tavolo interistituzionale a cui partecipino Comune Regione, Prefettura e Movimenti che attui quanto previsto dalla delibera regionale sull’emergenza abitativa.

Movimenti per il diritto all’abitare

18-21G RIBALTIAMO IL GOVERNO RENZI !

18-21G-->#11L_webAncora una volta metodi sbrigativi e violenti vengono riservati a chi rivendica diritti. Accade con i migranti ospiti del Cara di Castelnuovo di Porto, è successo con gli sgomberati dallo stabile di via Torrespaccata 172, ancora rifugiati nella basilica di Santa Maria Maggiore. Stesso scenario a Torino, Firenze, Genova, Bologna, Salerno e Cosenza. Un’aggressione costante che si traduce anche in arresti e misure cautelari, mentre sul fronte degli sfratti e dei pignoramenti non c’è un attimo di tregua, le esecuzioni e gli accessi con l’ausilio della forza pubblica si susseguono senza soluzione di continuità.

Tutto questo avviene senza alcun segnale positivo da parte delle amministrazioni pubbliche, alle prese con le poltrone europee e locali invece che con i problemi delle persone. Diritti calpestati e sempre più tasse da pagare: Imu, Tasi e Tari, visite specialistiche, trasporti, ticket sanitari più cari del 25%, solo per fare piccoli esempi. E mentre il governo approva provvedimenti pesantissimi per la vita di milioni di precari, disoccupati e poveri, la corruzione dilaga e si manifesta proprio intorno alle grandi opere e ai grandi eventi come l’Expo e il Mose, dove fiumi di denaro pubblico si sono riversati sostenuti dalla retorica dell’uscita dalla crisi e della ripartenza economica, con più lavoro e più opportunità soprattutto per i giovani.

Invece è la precarietà il reale orizzonte che ci si presenta davanti. Precarietà di reddito e abitativa, sancita da misure come Jobs act, Youth guarantee e Piano casa, tante facce di una moneta che produce ricatti e schiavitù, oltre a consumo di suolo e regali alla rendita.

Anche lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici del Comune di Roma nasce dai diktat renziani presenti nel cosiddetto “salvaRoma”, una vera e propria mannaia sui servizi pubblici e sul futuro di migliaia di dipendenti comunali.

A questo disegno ci siamo opposti e intendiamo opporci ancora. Ribaltare le misure governative e ribadire che l’unica grande opera che ci interessa passa attraverso la redistribuzione della ricchezza, la casa e il reddito per tutti, la salvaguardia dei diritti, la cancellazione dei provvedimenti coercitivi contro chi lotta nei territori, nei posti di lavoro, nelle scuole e nelle università.

Costruiamo una campagna pubblica contro i provvedimenti del governo Renzi, a partire dall’art 5 del “Piano casa”, e per la libertà di movimento, rilanciando la mobilitazione verso il vertice sulla disoccupazione giovanile a Torino.

#civediamolundici #nopianocasa

MERCOLEDI’ 18 GIUGNO ore 18 ASSEMBLEA PUBBLICA a PORTA PIA

21 GIUGNO A PARTIRE DALLE 16.30 CORTEO CITTADINO DA PIRAMIDE A MONTECITORIO

Venerdì 13 Giugno: Presidio sotto la prefettura contro Piano Casa e gestione dell’accoglienza

13g-prefettura-rifugiati_WEB“Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo”. Lo afferma l’art. 5 del D.L. n.47 del 28 marzo 2014, il cosiddetto Piano Casa approvato dal governo Renzi. Un decreto legge pensato dal Consiglio dei Ministri per “affrontare finalmente il problema dell’emergenza abitativa”, come ha dichiarato il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi. In Italia sono moltissime le persone che “occupano abusivamente un immobile”. Le cause sono diverse: la precarietà lavorativa che abbassa sempre di più gli stipendi mentre la vita costa sempre più cara, la crisi economica che aggrava la situazione, gli affitti alle stelle, un mercato immobiliare che lo stato lascia colpevolmente in mano agli speculatori, la totale mancanza di un piano di edilizia popolare, l’appoggio dello stato ai grandi costruttori abbinato all’assenza di una programmazione per il recupero degli immobili pubblici abbandonati e lasciati all’incuria. Ignorati dallo stato, le persone si organizzano in totale autonomia, ridando vita a luoghi altrimenti abbandonati. Tante di queste persone sono di origine straniera. Tantissimi sono richiedenti asilo. Per legge avrebbero diritto all’accoglienza, tra cui è prevista una sistemazione abitativa. Nella pratica, la maggior parte dei richiedenti asilo viene “ospitata” in un centro di accoglienza: strutture che lo stato appalta a cooperative sulla base di bandi di gara al ribasso, in cui vince l’ente che promette la gestione al minor prezzo. Una logica che specula sulla pelle delle persone, il meccanismo di un sistema di accoglienza totalmente inadeguato. E da cui, peraltro, tantissime persone vengono escluse, vista la cronica carenza di posti. Per questo motivo, moltissimi richiedenti asilo e rifugiati vivono in immobili occupati.
Su di loro l’art. 5 del “Piano Casa” peserà ancora di più. In assenza di residenza è impossibile avere una carta d’identità, e senza questa è difficile avere accesso al lavoro. Senza residenza non si può accedere ai Sistemi Sanitari Regionali, non si può procedere con le iscrizione scolastiche, non si può ottenere la cittadinanza italiana. In pratica, si è tagliati fuori dai servizi di base e dai più elementari diritti sociali. L’impossibilità di accedere alle utenze rende ancora più difficile la quotidianità di chi si trova già a dover affrontare molti ostacoli, in gran parte per colpa di uno stato assente. L’art. 5 di fatto indebolisce le persone piuttosto che aiutarle a uscire da una situazione di precarietà ed esclusione. L’art. 5 del Piano Casa non affronta il problema dell’emergenza abitativa: semplicemente punta il dito contro la conseguenza di una mancanza dello stato – l’occupazione di immobili – mentre il problema reale è la totale assenza di responsabilità delle istituzioni. Noi non ci stiamo: la lotta all’emergenza abitativa non si fa emarginando e criminalizzando. Occorre abbandonare la logica speculativa che oggi regola la gestione dell’ “accoglienza”. Occorre fornire, come sancisce la legge, un’accoglienza degna e dignitosa, che permetta un concreto e autonomo inserimento nel tessuto sociale ed economico del paese. Le responsabilità di questa situazione sono dello stato, non di chi questa condizione la vive.Per questo chiediamo a tutte le associazioni che ogni giorno si battono per i diritti, di scendere in piazza e scandire le ragioni del proprio dissenso. Per la dignità di tutte e tutti. Per la libertà di movimento. No Piano Casa.

Il 13 giugno alle ore 17:00 presidio sotto la prefettura per gridare al signor Pecoraro che siamo ancora una volta contro il piano casa e l’infame articolo 5 e contro il sistema d’accoglienza per migranti e rifugiati fatto di gare d’appalto a ribasso tra le solite cooperative. Noi siamo per la dignità e la libertà di movimento di tutti e tutte. #civediamolundici ma intanto veniamo a ribadirvelo, cari signori.

#nopianocasa #libertàdimovimento #stopsgomberi #noart5