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Sapienza contestata la Boldrini alla Festa del Laureato #CiVediamoLundici

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“L’università per pochi offre solo precarietà” contestati Boldrini e il Rettore Frati alla festa del Laureato.

Oggi al Rettorato de La Sapienza si è tenuta in aula magna la ” Giornata del Laureato”, la premiazione dei 400 migliori laureati dell’anno 2012/2013; L’ennesima vetrina per un università sempre più in crisi, sempre più d’elite, sempre più emblema di disuguaglianze sociali.

Gli studenti precari che quotidianamente attraversano questo luogo, pagando sulla propria pelle il prezzo dell’aziendalizzazione dell’università, hanno preso parola rompendo l’ordine del discorso tendenzioso (a tratti perfino razzista) del rettore Frati, ponendo degli interrogativi chiari e diretti alla presidentessa della camera Laura Boldrini, invitata ad intervenire alla premiazione.

L’intervento della studentessa “non meritevole” ha riscosso enorme consenso, come testimoniano i numerosi applausi fatti da tutta la platea, composta dai laureati e dalle loro famiglie; un dato che evidenzia lo scollamento sempre più netto tra la narrazione che le istituzioni accademiche e governative si ostinano a perpetrare e la realtà materiale che viviamo tutti i giorni, composta da precarietà, miseria, sfruttamento.

Contro un’università per pochi che offre solo precarietà e disoccupazione ci vediamo nelle strade di roma il 12 maggio per il corteo cittadino e l’11 luglio a torino per il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile!

Oggi nel Rettorato de La Sapienza si festeggerà la “Giornata del Laureato”, occasione in cui, alla presenza del Presidente della Camera Laura Boldrini, si premieranno i 400 migliori laureati del 2012/2013 ai quali sarà data la possibilità di accedere ad un percorso riservato di orientamento al lavoro.

Riteniamo che questa giornata più che una premiazione dovrebbe essere un proficuo momento di riflessione sulla preoccupante situazione che gli studenti universitari vivono in questo paese. La situazione dell’università italiana è infatti disastrata: in tre anni c’è stato un calo di oltre 30.000 immatricolazioni mentre sempre più studenti abbandonano gli studi o non riescono a terminarli in corso e siamo l’ultimo paese in Europa per numero di laureati.

Scompare qualsiasi briciola di welfare studentesco, continui sono i tagli al diritto allo studio e parallelamente vengono aumentate le tasse universitarie, raddoppiate per chi è fuoricorso, si alza il costo dei libri di testo, i prezzi degli affitti sono sempre più alti.

Un’ università in cui si delinea in maniera sempre più chiara un sapere tecnico e neutrale che da una parte è soggetto al mercato del lavoro (precario e frammentato) e dall’altra si piega agli effetti delle politiche di austerity imposte da Ue e Bce sotto forma di valutazione e merito. Requisito, quello del merito, che per garantire i continui definanziamenti agli atenei produce la formazione di poli di eccellenza e legittima la differenziazione tra studenti di serie A e di serie B.

Un’ università in cui le opportunità vengono offerte solo a pochi, sempre più dequalificata, che non riesce più ad offrire né la spendibilità del titolo di studio, né la continuità del proprio percorso formativo nel mondo del lavoro; che riesce a formare solo soggetti predisposti ad un futuro di precarietà e disoccupazione.

In questa cornice così designata rientra l’ultimo provvedimento preso in merito dal governo Renzi: il Jobs Act. Questo decreto “garantisce” solamente la possibilità di rinnovare i contratti a termine, senza tutele in caso di licenziamento senza giusta causa, aumenta il numero di dipendenti che le aziende possono assumere sotto forma di apprendistato garantendo solamente la tanto declamata flessibilità, accettazione dunque di qualsiasi lavoro, a qualsiasi costo e senza alcuna tutela.

A coronare tutto questo si propone per i più fortunati un percorso di Job Placement nel circuito Brain at Work che mette direttamente i saperi, proprio come merci, al servizio delle aziende, in linea con le proposte che continuamente vengono fatte agli studenti durante il percorso di studi di stages e tirocini gratuiti.

Stiamo assistendo ad un massacro, quello delle vite e delle prospettive dei giovani in questo paese. Queste tematiche dovrebbero essere messe al centro del dibattito pubblico e politico del paese, mentre invece le uniche priorità sembrano essere quelle di devastare e precarizzare sempre e sempre di più.

Ebbene, noi non ci stiamo. Nelle università ormai da tempo reclamiamo reddito e nuove forme di welfare che possano garantire a tutti gli studenti, a prescindere dal fatto di essere “meritevoli”, il diritto allo studio e il diritto alla città. Come d’altronde già accade grazie a quegli studenti che quotidianamente si riappropriano dei propri diritti, impegnandosi nella costruzione di studentati occupati, facilitando la diffusione a costo zero dei libri di testo e liberando spazi di socialità.

10342486_640401846044407_5338302787321192079_nIl 12 Dicembre 2013, in occasione di un convegno sulla Green Economy presenziato da Napolitano e Letta, gli studenti di questa università avevano deciso di porre all’attenzione delle massime cariche dell’allora governo i problemi che vivono ogni giorno; l’attenzione ricevuta è stata solamente quella delle forze dell’ordine che hanno caricato e manganellato il corteo e fermato due studenti e successivamente ne hanno denunciati altri tre con accusa di resistenza, il tutto autorizzato dal rettore de La Sapienza, Luigi Frati.

Episodio, unito ai tanti altri che si sono susseguiti in quest’ultimo anno che non hanno fermato però la determinazione degli studenti, così come le tante manifestazioni in tutta Italia il Primo Maggio non fanno altro che confermare che una larga fetta di popolazione del paese ha deciso di ribellarsi con determinazione e che continuerà a farlo, a partire dalla manifestazione cittadina a Roma del 12 Maggio che arriverà al Campidoglio, fino ad arrivare a Torino l’11 Luglio in occasione del vertice europeo sulla disoccupazione giovanile.

12 maggio h.16 Piazza della Repubblica Corteo Cittadino

verso il vertice dell’11 Luglio

#renzistaisereno #civediamolundici

Roma, Treu contestato a La Sapienza. Verso l’#11Luglio!

10295777_1480433092188546_6674729133592383366_nRoma: questo pomeriggio un gruppo di studenti della Sapienza ha contestato Tiziano Treu, che era invitato presso la facoltà di Economia, esponendo uno striscione con scritto “Dal pacchetto Treu al Jobs Act solo la precarietà non ha termine”. Una contestazione che si pone verso il corteo dell’11 Luglio a Torino in occasione del vertice europeo sulla disoccupazione giovanile… #renzistaisereno#civediamolundici.

 

Di seguito il comunicato sull’iniziativa:

Oggi nella facoltà di Economia era presente Tiziano Treu, il responsabile dell’inizio di un processo di precarizzazione selvaggia che, dall’inizio degli anni ’90, ha investito dapprima le giovani generazioni e poi, riforma dopo riforma, l’intero mercato del lavoro di questo Paese. Dalla legge Biagi alla riforma Fornero, negli anni è stato imposto un mondo del lavoro fatto di povertà salariale, di assenza di diritti e di tutele welfaristiche.
Il Jobs Act, riforma di punta dell’attuale governo Renzi, non è che l’ultimo tassello di questo disegno. Attraverso la riforma definitiva del contratto a termine e dell’apprendistato e l’ennesima ristrutturazione del sistema di welfare e degli ammortizzatori sociali, si chiarisce il progetto politico: rendere strutturale la precarietà, offrire alle imprese il massimo della flessibilità possibile, condannare tutte e tutti a un’esistenza di sfruttamento.
10342486_640401846044407_5338302787321192079_nIn questo processo l’università assume il ruolo di formazione, addestramento e gestione della forza lavoro immediatamente precaria, gettata in pasto a un mercato del lavoro che non offre garanzie in entrata ( diritti, formazione, retribuzioni ) e che è sempre più flessibile in uscita.
Di fronte a tutto ciò pensiamo sia arrivato il momento di invertire la rotta, mobilitandoci in maniera decisa contro questo provvedimento e provando a creare un movimento ampio contro la precarietà e la disoccupazione giovanile, per il reddito universale e incondizionato e per il salario minimo. Riteniamo centrale farlo a partire dalle università e dai luoghi del lavoro precario e sfruttato, in un percorso che ci porti a essere in piazza l’11 luglio a Torino, contro il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile.

Per questo domani, 8 maggio, invitiamo tutti e tutte a partecipare all’assemblea pubblica sul Jobs Act che si terrà nell’aula 13 di Scienze Politiche e al corteo del 12 maggio da piazza della Repubblica, contro il Jobs Act e il decreto Lupi, a partecipare all’assemblea del 13 Maggio nella facoltà di Lettere, in cui verrà discussa la partecipazione alla manifestazione nazionale del 17 Maggio, contro le privatizzazioni e per la difesa dei beni comuni. Invitiamo inoltre il 14 Giugno alle ore 15 a Piazzale Tiburtino a prendere parte ad una parade per rivendicare studentati e spazi di socialità per i giovani.

“VIVO TUTTI I MIEI GIORNI ASPETTANDO GODOT…”

10288717_1556969071197804_8924084427781429599_nIl 7 Aprile finalmente è arrivato Godot. E’ arrivato in via Cesalpino 12 dove un gruppo di studenti ha deciso di porre fine ad un’attesa, quella di una casa, che altrimenti sarebbe stata infinita. L’idea non è nata certo quel giorno.

Era un pomeriggio di 10 mesi fa quando per la prima volta ci siamo trovati intorno a un tavolo accomunati da un sogno e da un bisogno. Il bisogno di una casa e il sogno di una società diversa. Una società in cui le persone e le loro necessità vengano prima degli interessi economici di pochi.

A Roma poi, città in cui in nome degli interessi di quei pochi si continua a costruire ignorando volutamente la presenza di migliaia di stabili sfitti, quella voglia di cambiamento risulta particolarmente pressante.

Nella nostra idea di società gli stabili abbandonati dovrebbero essere sottratti alla speculazione e restituiti alla città sotto forma di servizi accessibili a tutti come case, studentati, mense, asili, palestre: centri di aggregazione e socialità gestiti dagli abitanti per gli abitanti. Questo voleva essere Godot: uno studentato autogestito da noi studenti.

Una volta preso atto dell’incapacità delle amministrazioni pubbliche di rispondere all’esigenza abitativa studentesca e non di questa città, infatti, abbiamo deciso di riprenderci dal basso quello che ormai da tempo abbiamo smesso di sperare che ci possa venir dato dall’alto: una casa. Ecco perché abbiamo deciso di chiamare così il nostro studentato.

10247269_1557186051176106_6110311466902004249_nIn fondo chi è Godot? Godot è un qualcosa che si aspetta con ansia ma che non arriva mai.

Abbiamo capito che se ci fossimo abbandonati ad un’attesa passiva noi, giovani studenti e precari poco inclini ad adeguarci alle regole che ci impone questa società, avremmo passato tutta la vita ad aspettare Godot. Ad aspettare una casa.

Siamo partiti quindi dalla convinzione che se non ce lo fossimo preso da soli nessuno ci avrebbe mai dato un tetto. Scardinare l’idea che il bisogno di una casa riguardi solo quegli studenti, pochi e “meritevoli”, a cui rivolge il suo sguardo l’ente regionale per il diritto allo studio Laziodisu è stato uno dei nostri primi obiettivi.

A nostro avviso non “merita” una casa solo lo studente che viene da una regione lontana.

Non “merita” una casa solo lo studente che acquisisce i crediti formativi richiesti nel bando.

Non “merita” una casa solo chi ha un ISEE particolarmente basso.

Semplicemente perché la casa non è un “merito”, ma un diritto.

Un diritto che rivendichiamo anche noi:

Studenti idonei non vincitori di posti alloggio. Studenti esclusi dal bando solo perché residenti nella regione Lazio. Studenti che credono di avere diritto ad una vita autonoma e dignitosa e che rifiutano il ricatto di chi ci chiede di scegliere tra rimanere in casa dei nostri genitori oppure mercificare la nostra emancipazione facendo lavori saltuari, precari e malpagati solo per poter pagare un affitto.

A tutto questo noi abbiamo deciso di rispondere con l’unico modo possibile: occupare uno dei 260mila stabili abbandonati censiti nel comune di Roma. L’organizzazione non è stata semplice. Intorno ad un bisogno ci siamo incontrati sperimentandoci per mesi tra sportelli, assemblee, azioni, pranzi sociali e traslochi. Nel fare questo ci siamo conosciuti creando dei legami più forti di qualsiasi sgombero e qualsiasi manganello.

1969186_1551981298363248_5437045118237424125_nPer questo scriviamo queste righe. Per raccontare quella fugace visita di Godot del 7 Aprile in via Cesalpino in attesa del suo arrivo definitivo. Quello stabile, chiuso da anni, aveva visto tra le sue mura studenti di Lingue e di Economia. Una volta dismessi i dipartimenti che vi si trovavano l’Università La Sapienza ha riconsegnato al proprietario un immobile su cui, a fronte della destinazione d’uso vincolata ad attività culturali, è impossibile fare profitto.

Di lì la vendita della palazzina ad un altro privato, al quale, nel giro di qualche mese, è stata confiscata con l’accusa di essere implicato in attività di stampo mafioso. La confisca avvenuta ad ottobre ci ha fatto pensare che quel posto, ormai a tutti gli effetti di proprietà dello Stato, sarebbe potuto diventare uno studentato sito a meno di un chilometro dalla Sapienza che avrebbe potuto sottrarre 40 studenti al ricatto dell’affitto. Ma non è andata così.

Il 7 Aprile abbiamo aperto quello spazio abbandonato che avremmo voluto far rivivere sottraendolo alla speculazione. Dopo meno di un’ora dal nostro ingresso, però, 3 camionette hanno chiuso la via e senza tentare alcuna interlocuzione con gli occupanti 4 reparti celere hanno indossato i caschi e scavalcato il muretto del giardino. Sapevamo che c’era il rischio di un intervento delle forze dell’ordine e lungi da noi il voler fare del vittimismo su quanto accaduto. Di certo però non potevamo aspettarci di essere aggrediti con badili e arnesi di fortuna da chi è già di per se equipaggiato di casco, scudo e manganello.

In ogni caso la nostra resistenza passiva sul tetto ha permesso di prendere tempo a tutte le altre realtà che sul territorio di Roma quel giorno, coordinate con noi, avevano tentato di riprendersi una casa. Nonostante ciò, solo due delle sei occupazioni del 7 aprile hanno resistito quel giorno, per andare incontro a violenti sgomberi nei giorni successivi. Prendiamo quindi atto del fatto che le nostre amministrazioni pubbliche, partendo dal Governo per finire al Comune passando per la Regione, considerano oggi l’emergenza abitativa come una mera questione di ordine pubblico da affrontare con i reparti celere inviati a ripristinare la legalità.

Noi in questa legalità fatta di stabili abbandonati e persone senza un tetto sotto cui dormire non possiamo e non vogliamo riconoscerci.

Abbiamo quindi intenzione di proseguire lungo la strada tracciata e se il nostro bisogno di una casa è illegale continueremo ad agire nell’illegalità per soddisfare il nostro bisogno e realizzare il nostro sogno di una società diversa.

Non sappiamo se ci riusciremo con la stessa, ma come cantiamo spesso nelle piazze e nelle strade: “sappiamo che in ogni caso apriremo un’altra porta!”.

Godot tornerà, statene certi.